domenica 19 settembre 2010

L'unico libro che non avrebbe mai dovuto essere scritto

L'indice dei libri proibiti, o Index librorum prohibitorum, fu compilato per la prima volta nel 1558 (indice paolino). Nel 1564, a conclusione del Concilio di Trento, ne fu emanato un altro, l'indice tridentino o Index librorum prohibitorum a Summo Pontifice. Tra i promotori, anche il cardinale Carlo Borromeo, anzi San Carlo Borromeo, patrono della Lombardia e cugino ispiratore di Federigo Borromeo, il cardinale dei Promessi Sposi.
Nel 1596 ne fu create una terza edizione (indice clementino):
In Spagna ne utilizzavano uno redatto dall'Inquisizione locale:
Le norme editoriali dell'epoca  prevedevano un imprimatur per avere diritto alla stampa (censura preventiva) e la proibizione di detenere, stampare, diffondere i libri e gli autori inseriti nell'Indice.

L'effetto, soprattutto della censura preventiva, nella creazione e diffusione di cultura fu senz'altro notevole, ma probabilmente molto inferiore a quanto desiderato dai creatori dell'Indice.

In esso si trovano molti autori la cui fama e le cui opere sono in ogni caso sopravvisute. Si potrebbe quasi pensare che l'inserimento nell'Indice sia quasi un marchio di qualità per un'opera o un autore.

L'ultima edizione dell'indice è del 1948. L'istituzione fu abolita nel 1966, a seguito del Concilio Vaticano II.

In questi giorni si sta votando in Parlamento una legge sulla vendita dei libri, che potrebbe andare a detrimento di piccole librerie e piccoli editori, concedendo vantaggi iniqui alla grande distribuzione e alle grandi catene di librerie. Questa situazione è in molti versi simile a quella vissuta da tante piccole realtà, dai piccoli negozianti ai piccoli artigiani, ma che nel caso dei libri, si inserisce in una battaglia più vasta per la libertà di espressione.


Non che alla grande distribuzione interessi il controllo sul pensiero dei singoli, a loro interessa solo il profitto. Ma per i singoli, per le persone come noi,il risultato non cambia, è sempre una riduzione della possibilità di circolo delle idee.

venerdì 3 settembre 2010

Piccole donne

In Europa, Little Women, di Louise May Alcott, è sempre diviso in due libri, Piccole donne e Piccole donne crescono, mentre in America sono stati riuniti in un unico libro, Little women appunto. I due furono comunque pubblicati distinti, il primo come Little Women: or Meg, Jo, Beth and Amy (1868) e il secondo come Good Wives (1869).

I due titoli in inglese sono molto significativi, in quanto le ragazze molto libere del primo libro, e in particolare Jo, si ritrovano molto limitate nel momento in cui escono dalla famiglia e finiscono con lo sposarsi. Louise May Alcott, difatti, che non si sposò mai, considerava il matrimonio come la fine della libertà femminile.

Il primo, Piccole donne, si trova in italiano su LiberLiber:
Non ho ancora trovato una versione in italiano di Piccole donne crescono.

In inglese, come suddetto, i due volumi sono riuniti: