venerdì 30 luglio 2010

Le dodici regole per copiare da Internet e non farsi scoprire

Una tesina per domani. Un tema. Una ricerca. Poco tempo a disposizione e tanta disperazione: come farò a consegnare? Poi l'idea: andiamo su Internet. Tanto bel materiale messo a disposizione e la meraviglia del copia e incolla. Alzi la mano chi non ci ha provato almeno una volta.
Poi però, il prof ci sgamma subito. Avrà poteri paranormali?
Non proprio, diciamo che ci sgamma perché è un prof e ormai chi copia lo sente a fiuto, fa due verifiche due e tutto il nostro bel copia e incolla va a farsi friggere.  Era meglio se copiavamo dall'enciclopedia, almeno quella faceva più fatica a verificarla.

Regola 0: anche i prof conoscono Internet

Purtroppo, questa è la dura verità. Tutti leggono Internet e anche i prof. Hai scoperto Wikipedia? Anche lui. Google? Fa ricerche meglio di te. Quel blogghettino tanto carino e nascosto, che era persino a pagina tre della ricerca di Google?
Hai copiato, no? Bè, lui ha preso quella bella frase d'apertura della tua tesina, l'ha messa dentro Google et voila, tutta la tua bella tesina, uscita alla prima riga della ricerca di Google.

Ma allora, non si può copiare da Internet?  Tranquilli, la risposta è sì, si può copiare da Internet, ma bisogna farlo con destrezza.


Regola 1. Almeno, cambia font



Conosco una prof che ha beccato uno studente perché usava lo stesso font di Wikipedia. Non ci vuole molto a fare seleziona tutto e impostare un nuovo font, uguale per tutta la tesina. Almeno non si vede proprio subito, che è solo un patchwork.


Regola 2. Non ti fermare al primo link


Copia da diversi siti cose diverse. Ad esempio, supponiamo di dover fare una ricerca sulla biografia di Giulio Cesare. Così, di primo slancio su Google sono venuti fuori tre link con un po' di materiale:
In realtà, ne erano venuti fuori anche molti altri, ma vedi il punto 3.


Regola 3. Impara a selezionare


Questa cosa si impara col tempo e il grado di selezione dipende molto dall'obbiettivo. Per una tesi di laurea la cosa si fa complessa, ma se devi solo fare un tema per domani o simili, puoi usare questo criterio. Vedi cosa dice Wikipedia e scegli quelli che:
  1. la pensano come la pagina di Wikipedia;
  2. aggiungono qualcosa o lo dicono in modo diverso;
  3. si capisce quello che dicono;
  4. dicono cose sensate.

Regola 4. Poniti un limite massimo nel numero di pagine


Ci hanno insegnato che i temi migliori sono quelli lunghi, ma in realtà i temi migliori sono quelli lunghi il giusto. Il giusto, grazie al cielo, non lo stabiliamo noi, ma lo fa il nostro prof. Scegli qualche riga in più del limite minimo. Stiamo copiando, siamo di fretta e non abbiamo tempo da perdere.
Il tuo prof non dà la dimensione minima? Quant'è ragionevole? Un foglio protocollo? Quattro paginette con Word? Vedi tu, basta che sia poco e sufficiente.


Regola 5. Copia prima la struttura e poi il contenuto


Anche qui, mai troppe lodi a Wikipedia. Abbiamo detto la vita di Giulio Cesare? Bene, la pagina di Wikipedia ha un bellissimo indice, quindi intanto copiaincolliamo quello (solo la parte della biografia, ovviamente).
Quello che abbiamo copiaincollato sono i titoli dei nostri futuri paragrafi. E se il prof scopre che sono uguali a quelli di Wikipedia?
Sorpresa: copiare i titoli non è reato. Del resto, la biografia di Cesare quella è,
non è che ci si aspetta molta fantasia, nei titoli.
E se devo solo fare un tema? Intanto mettiamoli, poi troviamo il modo di togliere i titoli.


Regola 6. La struttura è tua amica, usala


Adesso dobbiamo riempire i paragrafi. Ma non a caso. Ci sarà contenuto che ci va e contenuto che non ci va. Abbiamo copiato la struttura di Wikipedia, dobbiamo copiare anche tutto il contenuto? Per ora sì, ma sempre incasellandolo. Poi possiamo anche aggiungere cose diverse.
Per esempio, al paragrafo Il triumvirato e il consolato (60-59 a.C.), Wikipedia ha un link che rimanda a una pagina specifica (Primo triumvirato). Possiamo copiaincollare la pagina, invece che il paragrafo.
In questa fase, non preoccuparti della lunghezza, ma copia più che puoi, ma sempre rispettando la struttura.

Per i più grandi: è meglio che vi segniate da qualche parte da dove avete copiato. Il sistema più semplice è fare un elenco di tutti i siti, dare a tutti un numero e scriverlo tra parentesi quadre vicino al pezzetto incollato.

Alla fine, regolarizza la formattazione (vedi regola 1). E chi deve scrivere a mano? Tu mettila a posto, così leggi meglio e ci metti meno a copiare.

Arrivati a questo punto, stampane una copia


Regola 7. Internet non ha ucciso i libri di carta


Da' un'occhiata veloce ai libri che hai a casa, primo tra tutti il tuo libro di storia, vedi se c'è qualcosa che manca in tutto quello che hai già scritto. Se manca, scrivilo su dei postit e appiccicali al posto giusto sulla copia stampata.


Regola 8. Ricordarsi la regola 4


Adesso che è tutto stampato, è una quantità enorme. Come facciamo? Intanto, facciamo una copia del documento e la mettiamo da parte. Poi passiamo paragrafo per paragrafo e cerchiamo di ridurre il testo. Per esempio, in Il triumvirato e il consolato (60-59 a.C.), abbiamo:
Primo Triumvirato è il nome che gli storici hanno attribuito alla alleanza politica non ufficiale di Gaio Giulio Cesare, Marco Licinio Crasso, e Gneo Pompeo Magno. Al contrario del Secondo Triumvirato, il Primo Triumvirato fu caratterizzato da un accordo strettamente privato e non ebbe valore ufficiale – il suo potere nello Stato romano derivò dall'influenza personale dei Triumviri nella politica della Repubblica – e fu di fatto mantenuto segreto per un po' di tempo come parte del progetto politico dei Triumviri stessi.
Che è lunghissimo. Ma a che ci serve di tutto questo? Basta scrivere così:
Il primo triumvirato era un alleanza politica non ufficiale e all'inizio segreta tra Gaio Giulio Cesare, Marco Licinio Crasso, e Gneo Pompeo Magno.
Oppure, tagliuzziamo ben bene questo:
Crasso e Pompeo erano stati colleghi consoli nel 70 a.C., quando avevano emanato una legge per il completo ripristino dei poteri dei tribuni della plebe (Lucio Cornelio Silla aveva di fatto tolto tutti i poteri ai tribuni della plebe ad eccezione dello ius auxiliandi, il diritto di aiutare un plebeo in caso di persecuzioni da parte di un magistrato patrizio).
Tuttavia, fino a quel momento, i due uomini avevano avuto una notevole antipatia reciproca, giacché ognuno riteneva che l'altro avesse superato i propri limiti per aumentare la sua reputazione a spese del collega.
Cesare prima riuscì a riconciliare i due uomini e poi unì la loro influenza alla sua per essere eletto console nel 59 a.C.; lui e Crasso erano già buoni amici e consolidò la sua alleanza con Pompeo dandogli in moglie la propria figlia Giulia. L'alleanza unì l'enorme popolarità di Cesare e la sua reputazione giuridica assieme all'enorme ricchezza di Crasso e la sua influenza nel Ordine Equestre e con l'ugualmente spettacolare ricchezza e fama militare di Pompeo.
e facciamolo diventare:
Crasso e Pompeo erano stati colleghi consoli nel 70 a.C., ma avevano una notevole antipatia reciproca. Cesare riuscì a riconciliare i due uomini e consolidò la sua alleanza con Pompeo dandogli in moglie la propria figlia Giulia. L'influenza riunita dei tre portò Cesare ad essere eletto console nel 59 a.C..
Di taglio in taglio, la nostra ricerca si sarà ridotta alla dimensione voluta. Qua e là, aggiungiamo anche il contenuto dei nostri post-it.

Per chi fa il tema, questo è il momento di togliere i titoli dei paragrafi.


Regola 9. Devi scrivere in italiano


Purtroppo. Ma anche qui, c'è il trucco.
Fa' una nuova stampa e mettila sulla scrivania e fa' una pausa di dieci minuti. Lo so che hai fretta, ma devi riposarti un attimo.
Finito? Adesso prendi una bella penna rossa e fa' finta che sia roba di qualcun altro. Correggi tutti gli errori di ortografia, sistema dove non si capisce e elimina le ripetizioni.
Ricordati: leggere il libro di grammatica e il dizionario non è reato e nessuno se ne accorgerà.
Fatto? Adesso, torna al computer e correggi tutti gli errori.


Regola10. Ricordati di mettere il tuo nome, il titolo e, se serve, la data


Di solito uno se li dimentica. E' capitato a tutti, prima o poi.

E tra che ci siamo, che siano anche giusti. I titoli attirano gli errori d'ortografia.


Regola 11. Il tuo prof ha sicuramente problemi di vista


Se no non è un prof.

Un paragrafo scialbo, ma indentato bene o scritto con pulizia gli piacerà di più di uno brillante, ma che non riesce a leggere. Quindi, se lo stampate, corpo 12, interlinea 1.5 e margini di 3 cm da tutte le parti.
Oops, escono troppe pagine adesso? E allora, insisti con i tagli, e ricomincia dalla Regola 8.

Se scrivi a mano, lavati le mani prima e scrivi con calma, senza introdurre errori nuovi e senza saltare pezzi.

Se scrivi al computer, ricordati che devi rileggere parola per parola, perché al computer si fanno molti più errori di distrazione.


Regola 12. Controlla quanti anni hai


Già, perché se sei un po' grandino, tipo sei all'università, ci sono alcuni passi in più che devi fare, perché difficilmente sarà sufficiente quello che è scritto su Wikipedia.
Anche se in linea di massima, non è molto diverso da così. Solo le tue fonti (pagine web o carta) devono essere un po' più approfondite e devi scrivere da dove hai preso le idee. E in generale, non ti capiterà tutta la biografia di Cesare, ma solo un pezzetto piccolo piccolo.
Ma ci sarà modo di riparlarne.

Intanto, in bocca al lupo a tutti!

mercoledì 28 luglio 2010

Il cotone e l'Agnus Scythicus

Prospero Alpino, 1592
La prima illustrazione, di Prospero  Alpino, tratta da:
è una delle prime, se non la prima, rappresentazione occidentale di una reale pianta del cotone (in questo  caso G.  Arboreum, il  cui uso è maggiore come   pianta   officinale   che  nell'industria   tessile).
Prospero Alpino (1553-1617) era un medico e botanico veneto, nato a Marostica e laureato a Padova. La sua scoperta più importante è la distinzione sessuale nelle piante. Fu anche prefetto dell'orto botanico di Padova.
In precedenza, era  diffusa la credenza che il  cotone fosse prodotto da una strana pianta-agnello,  l'Agnus Scythicus.  Il cotone veniva  ottenuto quando il  frutto-agnello della  pianta, esaurita tutta  l'erba  attorno,  moriva per  fame. Anche se  ben presto è diventato  palese che la  pianta del cotone era una  normale pianta, la leggenda dell'Agnus Scythicus è sopravvissuta a  lungo, ripresa da vari autori,  tra cui Atanasius Kircher e  anche da Francis  Bacon.  Una delle  prime confutazioni all'Agnus Scythicus si ha in un noto articolo di Diderot nell'Encyclopédie.
La descrizione completa della leggenda e delle sue origini è l'oggetto di un libro del XIX secolo:
Matthäus Merian der Jüngere, 1662
La seconda immagine invece è proprio lui, il mitico Agnus Scythicus, presa da un trattato di botanica di Jan Jonston, illustrato da Matthäus Merian der Jüngere, pubblicato come prima edizione nel 1662 a Francoforte, di cui questa è un'edizione successiva:

Due libri per iniziare con Linux

Ci sono tanti modi per iniziare a usare Linux o qualsiasi altra cosa d'informatica, ma dopo anni di lavoro nel settore direi che la migliore è prendersi un buon libro, qualche ora o qualche giorno, piazzarsi davanti al computer e leggere e provare insieme.
Per imparare le basi di Linux e di Unix in generale, il migliore e imbattuto, nonostante i suoi ventisei anni, è ancora questo:
Ma ha due difetti. Il primo è che non è disponibile on-line (a parte alcune cose) e il secondo è che l'edizione italiana, edita da Zanichelli, è ormai fuori catalogo da anni.
Per sostituirlo, si può provare con questi due:
Questo blog parla di libri, ma c'è anche questo sito:
che merita un'occhiata.
Tutti e quattro cercano di spiegare tutto, anche per i principianti, e  partono dall'idea che l'utente voglia imparare ad utilizzare Linux e le sue potenzialità, anche se è un principiante e anche se non è un informatico di professione.

martedì 27 luglio 2010

Tre progetti per un libro: The Railway Children

The Railway Children è un libro per ragazzi, scritto all'inizio del XX secolo da Edith Nesbit, la prima scrittrice che ha messo in contatto ragazzi del mondo reale con oggetti o luoghi fantastici, un tema poi ripreso successivamente in molti autori di letteratura fantastica, come C.S. Lewis o J.K. Rowling.
Questo libro è una buona occasione per parlare di tre progetti, nati per mettere a disposizione libri on-line gratuitamente.
Il primo, è l'ultranoto Project Gutenberg, che pubblica più di 33000 libri in svariati formati ed è disponibile anche in versione mobile. Ha il bel pregio di creare vere nuove edizioni dei libri che pubblica, non semplici copie scannerizzate, e di promuoverne la qualità.
Il secondo, è il Victorian Women Writers Project, dell'Università dell'Indiana, che pubblica libri scritti da donne nell'Inghilterra vittoriana. I testi sono trascritti in SGML e quindi potenzialmente convertibili in qualsiasi formato. Per altre info sul progetto, vedi quest'articolo di Perry Willett.
Il terzo progetto è LibriVox, che invece si occupa di audiolibri, sempre free, in svariate lingue. Chiunque può collaborare e fornire le proprie registrazioni, partecipando a un lavoro di gruppo all'interno dei singoli progetti.

mercoledì 21 luglio 2010

Scrivere al femminile nel Rinascimento

Tutte le opere femminili sembra che debbano sparire dalla storia prima o poi e le scrittrici del Rinascimento non fanno certo eccezione.
La University of Virginia Library ha una sezione dedicata:

dove presentano i libri scritti da donne o per le donne nella loro collezione.
Cesare Vecellio, di cui ho parlato ieri, è autore invece di un libro sul ricamo, di cui non ho trovato una riproduzione on-line:

  • Cesare Vecellio, Corona delle nobili et virtuose donne, Venezia, 1601
Ma la ricerca mi ha portato a scoprire Elisabetta Catanea Parasole Romana, che scrisse invece un altro bel libro di ricamo. Grazie a questo post ho individuato la riproduzione:
  • Elisabetta Catanea Parasole Romana, Teatro delle nobili et virtuose donne: dove si rappresentano varij disegni di lavori novamente inventati, et disegnati, Roma, 1616 (vol. 1 e vol. 2).
È in realtà la copia di una riproduzione del XIX secolo.

martedì 20 luglio 2010

Cesare Vecellio

Ci sono dei personaggi storici che sembrano appostati negli angoli. A ogni piè sospinto, fanno capolino dalle ricerche, nei punti più improbabili del lavoro. Questo è il mio caso con Cesare Vecellio (1521-1601), cugino del più noto Tiziano e di lui allievo.  Cesare Vecellio è l'autore di questo libro:
di cui non sono ancora riuscita a trovare on-line una versione originale completa. Queste sono riedizioni successive:
Il libro è molto gustoso, sia nei costumi europei, che in quelli delle altre parti del mondo, tra i quali una gran parte sono costumi turchi. L'ultimo capitolo è dedicato agli "abiti" americani. Il libro mi ha ricordato subito molto da vicino alcuni libri che avevo da bambina e che raffiguravano vari costumi delle diverse parti del mondo, con gli immancabili selvaggi con abiti di foglie e ornamenti d'osso, disegnati o in foto.
Questi libri servivano come bozzetti preparatori e esempi per gli artisti, come probabilmente per carte geografiche come la seguente.
 

lunedì 19 luglio 2010

Don Quixote e dintorni.

Considerato il primo romanzo moderno, El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha, di Miguel de Cervantes Saavedra, è stato pubblicato in due parti, una del 1605 e una del 1615.

venerdì 16 luglio 2010

University of California Publications in Linguistics

Cercando materiale per un post, ho scoperto che su Google Books sono disponibili i volumi della collana University of California Publications in Linguistics.

Da tenere presente anche per lo studio delle lingue dei nativi americani, che mi risulta sia piuttosto trascurata in italia.

mercoledì 14 luglio 2010

L'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert

Ci sono molteplici vantaggi nell'utilizzare Google Books. Uno di questi è la possibilità di togliersi lo sfizio di "possedere" un'edizione originale di un libro storico o, come in questo caso, di un'intera serie di libri: l'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert.

Ora però, quale edizione? Già, perché almeno fino all'ottocento, le edizioni dei libri erano piuttosto fantasiose. Forse perché mancava il diritto d'autore o forse perché ancora non c'erano tradizioni consolidate? Quindi è necessario, prima di buttarsi su Google e di scaricare PDF come forsennati, documentarsi un po' sull'opera in questione.

Partendo da wikipedia, si capisce che la storia dell'Encyclopédie è stata piuttosto travagliata. Ma si capisce anche che l'Encyclopédie è stata un'impresa enorme: per produrla, sono stati necessari ventiquattro anni e il lavoro di più di mille persone. E anche che è stato un grosso successo commerciale, oltre che un'operazione culturale.

L'importanza dell'Encyclopédie sta proprio nel fatto che è stata portata a termine, nonostante i tentativi di censura e nonostante fosse esplicitamente proibito leggerla. Un bel successo per la libertà di pensiero, non c'è che dire.

Tornando al nostro problema originale, scopriamo che la prima edizione è stata pubblicata tra il 1751 e il 1772. Ma cosa è stato pubblicato? Nella versione inglese e francese di wikipedia la situazione è un po' più dettagliata:
  • 17 volumi furono pubblicati tra il 1751 e il 1765 (vv. I-XVII);
  • 11 volumi di tavole furono completati nel 1772 (vv. XVIII-XXVIII).
Fin qui si ferma Diderot. Ma nel 1775, Charles-Joseph Panckoucke inizia a ripubblicare tutta l'opera e ci aggiunge sette volumi (pubblicati tra il 1776 e il 1780):
  • 4 volumi di materiale supplementare (vv. XXIX-XXXII);
  • 1 volume di tavole (vv. XXXIII);
  • 2 volumi di indici (vv. XXXIV-XXXV) (Table di Mouchon).
Tuttavia, l'edizione che abbiamo scelto per il nostro scaffale è del 1781 e riporta un curioso frontespizio.

La nostra edizione è stata pubblicata a Losanna e dichiara di essere conforme all'edizione di Pellet in-quarto. E che vuol dire?

L'Encyclopédie è stata riedita più volte, in versioni che adesso sarebbero definite pirata, ma che all'epoca erano legali (v. anche questo articolo).

La nostra versione è una riedizione in-ottavo, fatta tra il 1781 e il 1782, dell'edizione in-quarto di Jean Léonard Pellet:
  • 1777-1780, edizione di Pellet (in-ottavo), composta da 39 volumi, di cui 3 di tavole (Genève-Neuchâtel);
  • 1778-1781 edizione in-quarto dell'edizione di Pellet (Lausanne-Berne);
  • 1781-1782 seconda edizione in-quarto (Lausanne-Berne).
Quindi la nostra copia è la seconda riedizione in-quarto di quella in-ottavo di Pellet e consta di trentanove volumi.

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